Per le piattaforme digitali la ricerca della regolamentazione è molto difficile, secondo un accurato studio di  Chatman House (Towards a global approach to digital platform regulation | Chatham House – International Affairs Think Tank).
La sovranità digitale sta emergendo come obiettivo critico, ma le cose si complicano per il contrasto tra la tutela della sicurezza nazionale e l’influenza delle aziende tecnologiche. Dopo decenni di riluttanza, i governi tentano di rafforzare la supervisione e il controllo dello Stato sulle piattaforme digitali. Ma gli approcci variano notevolmente tra i Paesi, senza che vi siano norme o buone pratiche chiaramente stabilite. Le organizzazioni multilaterali non forniscono una leadership sufficiente a livello internazionale. I principali centri di potere digitale – Bruxelles, Pechino, Londra e Washington – perseguono modelli normativi molto diversi.
Le raccomandazioni di Chatman House:
·      dare priorità a un lessico condiviso e alla cooperazione attraverso reti di organismi di regolamentazione (basandosi sull’armonia di linguaggio esistente su questioni di sicurezza, mitigazione dei danni e protezione degli utenti);
·      basarsi sul linguaggio dei diritti umani per formulare una regolamentazione delle piattaforme basata sui diritti umani, civili e politici;
·      sostenere e garantire il lavoro degli organismi di standardizzazione di Internet a livello globale (principio perseguito più dalla Cina che dalle altre potenze digitali);
·      aumentare significativamente gli investimenti nella cooperazione bilaterale e multilaterale sul software.
In definitiva dal report di Chatman House sembra che la marcia di avvicinamento verso una regolamentazione internazionale delle piattaforme digitali non possa che appoggiarsi su un camino condiviso verso punti fermi nella standardizzazione delle reti, del software, del lessico tecnico. In altri termini sembra inevitabile che le regole internazionali si avranno solo dopo che dopo che il mercato si sarà stabilmente organizzato. I prossimi passi dovrebbero riflettere anche il quadro giuridico internazionale sui diritti chaapman copertinaumani, ma questo nella misura in cui i diversi governi, non tutti certo sensibili alla democrazia, lo consentiranno.

