
In effetti un po’ in sordina è uscito in data 12 aprile 2024 il 15° aggiornamento della Circolare 269; in genere l’attenzione delle banche e degli intermediari è focalizzata sulle Circolari con cui la Banca d’Italia fornisce istruzioni o comunica “aspettative”, ma la Guida è altrettanto importante perché esplicita le linee dell’attività di valutazione prudenziale e di tutte le attività di controllo, comprese quelle ispettive. Da tenere, quindi, sempre presente.
Purtroppo, l’emanazione dell’aggiornamento non risulta accompagnata da una nota illustrativa quindi le modifiche vanno ricercate nel confronto con il testo precedente.
La prima sorpresa è nelle dimensioni: si passa dalle precedenti 317 a 256 pagine.
Ma iniziamo da cosa c’è in più: sicuramente maggiore attenzione agli intermediari non bancari, a partire dal ciclo di valutazione dello SREP nell’analisi dei rischi; al monitoraggio sulle obbligazioni bancarie garantite; alla dinamica valutativa di alcuni rischi specifici (to client, market, firm); ai rischi all’analisi dei rischi al capitale per SIM e imprese di investimento di paesi terzi; all’analisi del rischio di tasso d’interesse. Ancora alla determinazione delle esigenze patrimoniali aggiuntive per evitare il rischio di una liquidazione “disordinata” di una SIM
Per il resto rimangono i capisaldi dell’attività di vigilanza dalla logica valutativa (business/redditività/governo e controllo/rischi aziendali/adeguatezza patrimoniale/liquidità) ai giudizi su scala di quattro. Immutate le procedure ispettive e per l’attività di controllo a distanza.
Ma vediamo cosa scompare nelle pagine eliminate, tenendo presente che dal testo divulgato sono già tradizionalmente omessi tutti quei passi considerati “riservati” ai soli funzionari della Vigilanza.
Un primo gruppo di parti eliminate attiene a rapporti interni e scambi di informazioni tra diversi settori della Banca d’Italia (tipo con la neocostituita Unità antiriciclaggio, con il Dipartimento Tutela della clientela o con l’Unità di Risoluzione o gestione delle crisi) ovvero per l’attività di vigilanza cd. decentrata alle Filiali. Forse si è preferito disciplinare questi processi interni con normativa interna, però, anche da una prospettiva esterna e di trasparenza qualcosa si è perso.
La parte più consistente che scompare è il Capitolo II della Parte Seconda relativa al controllo a distanza sui modelli interni per i rischi di mercato e gli Allegati III/4 e III/5 nonché il successivo Capitolo IV sul rischio di controparte (comprese le prove di stress). Sono circa 55 pagine, di contenuto molto tecnico sulla cui non riproposizione non è agevole fare valutazioni; forse sono rientrate nella stessa logica di considerarle destinate solo all’interno della Vigilanza, anche se comunque di possibile interesse per tutti gli “addetti ai lavori”.
In conclusione, confidando che in seguito qualche dubbio si chiarirà, resta l’importanza della Guida nella prospettiva della Supervisory Disclosure prevista dalle disposizioni europee per le Autorità di Vigilanza nazionali.

