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Le priorità della Vigilanza bancaria per il 2025-27

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    Le priorità della Vigilanza bancaria per il 2025-27

    By Luigi Donato | News | 0 comment | 31 Gennaio, 2025 | 0

    Priorità di vigilanza 2025-27

    La BCE ha pubblicato le priorità di vigilanza per il 2025-27, in base ad una valutazione dei principali rischi e vulnerabilità per le banche e al processo di revisione e valutazione (SREP).
    Il punto di partenza è positivo. Le banche hanno dato prova di resilienza e hanno sostenuto la ripresa economica; sono solide in termini di capitale, di liquidità e di qualità degli attivi, con una redditività ai livelli più alti (grazie all’aumento dei tassi di interesse).
    Veniamo ai rischi: al primo posto restano le forti tensioni geopolitiche e l’incertezza sulle prospettive macroeconomiche. La BCE va quindi sul sicuro raccomandando alle banche di rimanere vigili e di monitorare i riflessi degli eventi esterni sulla loro attività e sul loro profilo di rischio. Più in concreto la BCE segnala la priorità di rimediare alle carenze dei sistemi di gestione del rischio di credito e di rafforzare la capacità di resistere ad improvvise interruzioni operative. Inoltre, richiede alle banche di aumentare gli sforzi per risolvere in modo tempestivo le carenze individuate dalle autorità di vigilanza, in particolare per l’aggregazione dei dati di rischio e la segnalazione dei rischi (RDARR). Resta una priorità per le banche soddisfare le aspettative di vigilanza sulla la gestione dei rischi climatici e ambientali.
    La BCE si concentra poi sui progressi tecnologici richiedendo alle banche di rafforzare gli sforzi nella digitalizzazione, con una gestione prudente dei rischi connessi alle nuove tecnologie.
    Dopo gli inviti diretti alle banche (a dire il vero con poche novità) la BCE indica le priorità di vigilanza per il 2025-2027 che si concentrano sulla resilienza delle banche alle minacce macrofinanziarie e agli shock geopolitici; sull’importanza di rimediare alle carenze nelle strategie aziendali sui rischi climatici e ambientali e sul reporting dei dati sui rischi; sulla necessità di affrontare le sfide derivanti dalla trasformazione digitale e dalle nuove tecnologie. Su queste “vulnerabilità prioritarie” la BCE ha previsto programmi di lavoro.
    E a questo punto il quesito è se i controlli di vigilanza nell’Area euro si limiteranno a questi aspetti così generali. In realtà non sembra possibile, e del resto la stessa BCE, più concretamente, non trascura di citare nel programma di vigilanza gli effetti degli aspetti macro sul rischio di credito, sul rischio operativo (esternalizzazione e sicurezza dei servizi informatici) e sulla governance.
    Va da sé che questi restano gli snodi concreti dell’attività di vigilanza con i quali le banche restano chiamate a confrontarsi.

    Banca d'Italia, BCE, Vigilanza

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